L’importanza dell’acqua è oggettiva ed è vera per la terra sarda, come per molte altre terre. Nei suoi confronti si sono sviluppati moltissimi culti, rivolti ai fiumi, ai laghi, alle piogge, e i rituali all’acqua votati avevano tutti un’affascinante sfondo magico, che tentava un controllo sul flusso delle stesse. Là dove le acque erano fin troppo abbondanti, e dunque nocive, si tentava di gestire con i rituali, alluvioni e inondazioni, là dove erano quasi totalmente assenti, le si invocava.
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Quindi acqua come elemento fondamentale, che ha sempre rivestito un’importanza notevole all’interno della società . Tradizionalmente rigenerava o cancellava la memoria (Fiume Lete), purificava (diluvio e battesimo) e proprio nell’acqua la vita secondo greci e latini aveva avuto vita. Era custode del passato, del presente e del futuro. Le sibille, invasate dal nume erano capaci di interpretarle, di rivelare il futuro e di leggere il passato.
Ma non erano le acque a parlare, queste erano semplicemente dimora degli spiriti, affermazione vera anche per la Sardegna se si pensa che fino a non troppo tempo fa, la tradizione voleva che ci si segnasse prima di bere. Essendo l’acqua dimora di spiriti maligni, bere senza precauzione poteva significare essere posseduto da uno di questi, ingerito per mezzo dell’acqua.
In Sardegna si sviluppano due tipologie diverse di culti delle acque, che sono effettivamente specchio delle due economie predominanti, l’una pastorale, l’altra agricola.
Il culto delle Fonti, o delle acque freatiche, si sarebbe connesso secondo Giovanni Lilliu e Vittorio Lanternari al mondo pastorale sardo. E di questo culto noi abbiamo residui archeologici di tutto rispetto. Penso all’architettura religiosa nuragica rappresentata dai pozzi sacri. E per citare i due più famosi parleremo del pozzo di Santa Cristina a Paulinatino e il complesso megalitico di Santa Vittoria sito in Serri.
Diverso il culto delle Piogge che per natura si lega al mondo agricolo e contadino. Diffuso in tutto il mondo mediterraneo senza esclusione, questo culto ha lasciato tracce decisamente meno nette. Nessun edificio, perché l’utilizzo forse non era richiesto nei rituali evocativi. Ma se andiamo ad esaminare la tradizione che miracolosamente ci ha raggiunto troveremo figure emblematiche quali su Maimone, demone fautore di pioggia, che ancora oggi viene invocato, un pò per gioco, un pò perche non si sa mai, quando la pioggia scarseggia.
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(Continua..)
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