Un ingrediente antico, un sapere senza tempo
Non so per te, ma fin da bambina associo la cenere al fuoco, al camino e alle patate che ci lasciavamo a cuocere sotto, più per gioco che per fame.
È sorprendente e spaventoso pensare quanto sapere tradizionale, in meno di due generazioni, sia andato perduto. Mi capita spesso di chiedermi: quanti altri saperi abbiamo lasciato indietro, senza nemmeno rendercene conto? Studiare l’antropologia della cenere, i suoi usi (numerosissimi) tradizionali, il suo simbolismo, mi ha messo realmente davanti a questa perdita.
Per cui condivido quanto ho “riscoperto” non solo per la mia naturale vocazione alla divulgazione, ma soprattutto per il timore che quel che sapevamo e sapevamo fare vada definitivamente perduto.
Ti invito dunque a commentare sotto per raccontare quel che ricordi dell’uso della cenere 🫶🏻
D’altronde la cenere mi ha insegnato moltissimo: la filosofia del recupero, quello vero, l’abitudine a guardare le cose con un occhio più attento. Tutta la natura ha uno scopo, ogni prodotto e sottoprodotto hanno una funzione. E non dovremmo dimenticarlo.
Non è quel genere di articolo in cui il sapere tradizionale viene premiato solo perché antico. È il genere di articolo che cerca di rispondere a una domanda: quanto di questo sapere può ancora essere utile oggi? E scoprirai che la risposta è sorprendente.

Cinixu: la polvere ancestrale dai mille usi
Per quanto oggi la cenere sia spesso considerata un semplice residuo della combustione, sotto sotto c’è molto di più: significati, applicazioni, terapie, rimedi che la tradizione popolare (sarda ed europea) ha riconosciuto per secoli.
La cenere era utilizzata in ambito medico, cosmetico, igienico e rituale, testimoniando come le società tradizionali sapessero trarre beneficio da ogni risorsa, senza sprechi. Alcuni di questi usi oggi sono sconsigliati, altri invece rimangono sorprendenti per la loro efficacia.
Dalla purificazione domestica, personale e spirituale ai rimedi contro le infiammazioni e le ferite, la cenere ha avuto un ruolo fondamentale nella vita dei sardi, testimoniando un profondo legame tra uomo e natura. E forse oggi più che mai dovremmo riscoprirlo.
La Cenere: Composizione e Proprietà
La cenere è il residuo solido della combustione della legna, e la sua composizione varia in base al tipo di legno bruciato. Contiene minerali essenziali come calcio, potassio, sodio, magnesio e ferro, che le conferiscono proprietà disinfettanti, detergenti e medicinali.
Per sua natura la cenere è:
✔ Alcalina → Veniva usata per contrastare l’acidità gastrica e riequilibrare il pH.
✔ Ricca di minerali → Impiegata per la salute di pelle, ossa e capelli.
✔ Disinfettante naturale → I suoi usi più noti sono legati alla pulizia della casa e all’igiene personale.
✔ Trattiene il calore → Spesso utilizzata per impacchi terapeutici.
Queste sue proprietà incredibilmente versatili hanno reso la cenere un ingrediente fondamentale nella vita dei sardi di ieri.
Usi quotidiani della cenere nella tradizione sarda
Un detersivo e sapone naturale
Uno degli usi più diffusi e ancora oggi ricordati (me ne avete parlato in tante/i) era la liscivia. A casa mia la chiamavano sa lìssia (in altri casi lissìa), e consisteva in un detergente ottenuto bollendo la cenere con acqua e filtrandola.
Se ne producevano parecchie bottiglie, perché poteva essere conservata a lungo. In molte comunità sarde, fino agli anni ‘30, si usava comunemente per lavare stoviglie, lenzuola e pavimenti.
Di recente ho provato a prepararla: mi sono divertita, ma soprattutto l’ho trovata efficace. Certo, comprare un detersivo al supermercato è più semplice, ma anche un pelino più inquinante.
Il Mercoledì delle ceneri e la purificazione domestica
Parlando con Dorotea, una nonnina campidanese, ho scoperto che il Mercoledì delle Ceneri, chiamato “Merculis de cinixu” o “Merculis de lìssia”, era il giorno della grande pulizia:
- Casa e stoviglie venivano lavate con la lisciva, come gesto di purificazione.
- Si diceva che la cenere allontanasse il male e portasse protezione.
“Ora non lo fa più nessuno”, mi ha detto Dorotea, “ma mia madre era categorica”.
Ho pensato con nostalgia che, se le mie nonne fossero ancora qui, avrei chiesto anche a loro.
Come preparare la lisciva
Esistono diverse tecniche, ma le proporzioni base sono queste:
🔹 5 bicchieri di acqua
🔹 1 bicchiere di cenere
Si fa bollire il tutto per circa mezz’ora, mescolando ogni tanto. Poi si filtra con un panno e si conserva in bottiglie di vetro. Ed ecco il tuo detersivo naturale!
⚠️Mi raccomando, scegli un tegame in acciaio e non in alluminio.
Qui trovi un video interessante dove ti viene spiegato tutto!
Test dell’Uovo
Secondo Claudio Coppi nel libro Natura Medica, per sapere se la lisciva era pronta si faceva un test tradizionale:
- Si immergeva un uovo fresco nel liquido.
- Se galleggiava, la lisciva era perfetta.
- Se affondava, bisognava aggiungere altra cenere.
Cenere come fertilizzante
Come detto sopra, la cenere è ricca di sali minerali come il fosforo e potassio ma anche microelementi utili come il calcio, rame, zinco, fluoro e magnesio (presenza o assenza di questi microelementi dipende dal legno bruciato) e per questo è da sempre riconosciuta come ottimo fertilizzante.
Fra i legni più utilizzate a questo scopo in Sardegna segnalo quella di lentisco e olivastro che producono una cenere particolarmente ricca di potassio.
Sempre Coppi ricorda che la cenere di legna manca di azoto e per questo, se utilizzata in qualità di fertilizzante, è bene integrale autonomamente l’elemento.
Usi della Cenere nella Medicina Popolare Sarda
Molti degli usi che ti racconterò sotto sono oggi desueti e in parte sconsigliati, per almeno due motivi:
1️⃣ Esistono rimedi terapeutici di più semplice applicazione.
2️⃣ Abbiamo perso la capacità di riconoscere le diverse tipologie di cenere.
Nella Sardegna tradizionale, la cenere non era tutta uguale, ma variava in base al legno da cui proveniva. Ogni tipo di legno conferiva alla cenere proprietà diverse, rendendola più o meno adatta a determinati usi. Oggi, in larga misura, questo sapere è andato perduto.
Inoltre, non tutte le parti della cenere erano considerate uguali. Mia nonna, Barbara, raccontava che per far cicatrizzare rapidamente le ferite, i suoi genitori le consigliavano di usare la cenere superiore, bianchissima. Il motivo era semplice, ma non scontato: quella parte della cenere era la più pulita e sicura.
Rimedi per la Pelle e il Corpo
Gli usi della cenere per la cura della pelle erano numerosi. Qui ti segnalo i principali:
🌿 Cicatrizzante e antisettico → Impiegata su ferite e ustioni, con le attenzioni descritte sopra, era considerata particolarmente utile contro tagli e irritazioni cutanee. In Sardegna, si racconta che fosse utilizzata persino per far cicatrizzare il taglio del cordone ombelicale. In alcuni rari casi, se ben setacciata, veniva persino usata come borotalco per i neonati (Cenere di foglie di salice, cenere di Typha)
🌿 Impacchi per dolori articolari → La cenere calda veniva avvolta in panni e applicata sulle zone doloranti, spesso insieme a erbe medicinali (fra le più usate marrubium vulgare), per lenire infiammazioni e dolori reumatici.
🌿 Rimedio per la psoriasi e le micosi → Veniva utilizzata in pediluvi e impacchi, grazie alla sua capacità di riequilibrare il pH della pelle e contrastare infezioni fungine e irritazioni cutanee (risulta in uso la cenere di alloro e olivo).
📌 Nota: Oggi, alcuni di questi usi sono considerati rischiosi se non eseguiti con le dovute precauzioni. La cenere, infatti, è molto alcalina e va utilizzata con attenzione sulla pelle.
Gengiviti e igiene orale
La cenere, ricca di calcio e fosforo, era utilizzata per la pulizia dei denti e la cura delle gengive. In molte comunità sarde, si spazzolavano i denti con cenere setacciata o si facevano risciacqui con acqua di cenere per rinforzare lo smalto dentale e mantenere una buona igiene orale.
Questo è quello che mi scrive Valentina, e mi piace condividerlo con te:
“Mamma mi ha detto che nonno si lavava i capelli e i denti con la cenere. Quando, anziano, è morto, aveva ancora tutti i capelli e denti sani.”
📌 Nota: Oggi sappiamo che la cenere è molto alcalina e, se usata troppo spesso sui denti, può essere abrasiva. Per questo, si consiglia di alternarla con rimedi più delicati, come il carbone attivo o l’argilla bianca, che hanno proprietà simili ma meno aggressive.

Usi Cosmetici: un segreto di bellezza
Quelli cosmetici sono gli usi che mi appassionano di più. E ho scoperto che ce ne sono parecchi. Qui condivido la ricetta di uno shampoo alla maniera tradizionale, proveniente da Sadali e tramandata da Aldo Domenico Atzei nel favoloso “Le piante nella tradizione popolare”. Posso assicurarti che è piuttosto efficace!
In questo reel ti mostro come si prepara.
Ricetta Tradizionale dello Shampoo di Sadali
Metti a bollire in 5 bicchieri d’acqua un rametto di rosmarino, timo, basilico, ortica e fiori di viola mammola (io ho aggiunto calendula, lavanda e malvarosa) con un bicchiere di cenere.
Dopo 10 minuti, spegni il fuoco e a composto freddo filtra.
⚠️Preferisci una pentola in acciaio e non in alluminio come vedi nella foto e in questo reel. Io ho usato un tegame “di scena”.
📌 Attenzioni da seguire:
✔ Capelli normali o secchi → Usa lo shampoo una volta ogni 10-15 giorni.
✔ Capelli grassi o con forfora → Usa lo shampoo una volta alla settimana.
✔ Capelli fragili o trattati → Usa lo shampoo una volta ogni 2-3 settimane, aggiungendo miele o olio d’oliva per nutrire.
🌿 Benefici dello Shampoo alla Cenere
✔ Rinforza i capelli grazie ai minerali naturali.
✔ Regola il sebo e combatte la forfora.
✔ Profuma i capelli con le erbe aromatiche.
📌 Consigli utili:
✔ Dopo aver usato lo shampoo di cenere, risciacqua bene per evitare residui alcalini.
✔ Se i capelli risultano troppo secchi, alternalo con uno shampoo delicato.
📌 Curiosità: Le donne sarde lo utilizzavano fino agli anni ‘30 del Novecento per mantenere capelli forti e lucenti.

La Cenere nei Riti e nella Magia Popolare
La cenere, oltre agli usi pratici, aveva un ruolo centrale nei riti di protezione e purificazione. Di questo aspetto approfondiremo altrove, ma ci tengo a condividere con te una sintesi che ritengo utile ed interessante.
Fumigazioni sacre e protezione spirituale
Ti ho già raccontato altrove che, per curare lo spavento in Sardegna, si bruciavano fasci di erbe in un rito detto s’affumentu. Quello che però non ti ho mai raccontato è che la cenere, per parecchi giorni, veniva conservata sotto il letto del malato sottoposto alla terapia.
Questo avveniva probabilmente perché alla cenere si attribuiva un valore magico-rituale molto forte. Bruciare una pianta significava liberarne il potenziale magico, che rimaneva intrappolato nella cenere. La cenere, dunque, era considerata un’espressione tangibile della magia delle piante e, per questo, un potente elemento apotropaico.
Predizione matrimoniale
La cenere era spesso usata anche come strumento divinatorio. Padre Atzei, riferendosi alla comunità di Orotelli, racconta il rito divinatorio detto “sos Rànos”:
Si mettevano due chicchi di grano sulla cenere calda: se si avvicinavano saltando per via del calore, il matrimonio era propizio.
Protezione contro eventi atmosferici
Risulta che la cenere, in genere, venisse sparsa nei campi per scongiurare tempeste, specialmente se proveniente dalla processione del Corpus Domini.
Chiudo con una curiosità: nel Nuorese si gettava la cenere in un corso d’acqua o sul tetto delle dimore per annullare gli influssi negativi di “s’ora mala” (l’ora avversa).
Le ragioni simboliche del gesto si devono ritrovare in ciò che abbiamo raccontato sopra:
✔ La cenere è l’esemplificazione materiale del potere delle erbe e delle piante, considerate sacre.
✔ Era riconosciuta come salvavita in molte circostanze, ad esempio nel trattamento delle ferite.
Queste due consapevolezze giustificano il suo simbolismo apotropaico e il suo impiego nei rituali di protezione.
La Cenere, un tesoro da riscoprire
Michela Murgia, in un’intervista, disse che la meraviglia e la debolezza del sapere orale è che, se non viene raccontato, anche solo da una generazione, quel sapere è perduto.
La cenere è un esempio lampante di come il sapere non raccontato diventi sapere perso. Non mi sentirei di consigliare a nessuno di recuperare tutti gli usi tradizionali della cenere (ma alcuni sì, senza dubbio), ma certamente mi sento di consigliare a tutti di conoscerne il valore. Su cinixu nasconde un autentico patrimonio di conoscenze antiche, e da cosa poi, non ne dubito, nascerà cosa.
📌 Vuoi scoprire altre ricette e modi per integrare la cenere nel tuo quotidiano?
Seguimi sul blog, sui social o preiscriviti alla Janas Academy: a gennaio riapriranno le iscrizioni con moltissimi nuovi incontri formativi, dedicati alla scoperta di una Sardegna che c’è, ma che in pochi vedono.
💬 E tu, conoscevi questi usi tradizionali della cenere? Ti piacerebbe provare qualche ricetta antica? Raccontamelo nei commenti!
Fonti
Coppi Claudio, Natura Medica. Ed. Metilene
Atzei Aldo Domenico, Le piante nella tradizione popolare della Sardegna. Ed. Carlo Delfino Editore
Orrù Luisa, Maschere e doni. Musiche e balli. Ed. Cuec
Angioni Giulio, Pane e formaggio e altre cose di Sardegna. Ed. Zonza Editori
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