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“La cucina si articolava intorno ad un fuoco che riscaldava non solamente Cecilia e Antonio ma anche gli spiriti che dinanzi vi sostavano. Cecilia era sempre attenta a non lasciar sopra il fuoco acceso il trepiede vuoto e sapeva bene che quando il vento tirava forte, l’uscio doveva essere chiuso con due sbarre più testarde dell’impetuoso avversario. Sas animas malas presto o tardi si sarebbero arrese e quel disgraziato che di lì a qualche chilometro era prossimo alla morte, sarebbe stato trascinato via da quelle, che lo avevano atteso per una vita. Legato al petto portava un nastro giallo che avrebbe cacciato via qualsiasi brutta notizia e durante le sere più dolci, quando il clima e la voglia lo consentivano, quelle poche famiglie del circondario, colonizzatrici di un territorio duro da masticare, che non voleva essere sellato, si riunivano intorno a quello stesso fuoco e Cecilia intratteneva lo scarno pubblico familiare raccontando le storie che la nonna le aveva insegnato molti decenni prima. Le avrebbe poi raccontate alle proprie figlie e ai propri figli, e il ricordo di ieri non si sarebbe mai perso sciogliendosi nel domani.
Unica sciccheria che imbellettava quelle pareti grezze erano i suoi cestini di fieno che utilizzava per confezionare e conservare il pane, la frutta, la poca biancheria che possedeva. Glieli aveva regalati la madre in dote. Ogni ragazza che si rispetti ne possedeva un gruppo completo, dopotutto non esisteva donna che il pane non lo sapesse fare, per lo meno da che le fate s’erano decise ad insegnare l’arte.
L’orto di Cecilia era un lenzuolo di terra che non conosceva segni di confine, ricco di tutte le erbe che necessitavano, per crescere, di più cure rispetto a quelle che la natura poteva dare.
Per il resto il boschetto di San Saturno poco più a valle, che custodiva quelle fantastiche pozze d’acqua antiche costruite da is mannus e una sorgente naturale, era capace d’offrire qualsiasi cura servisse agli uomini ed alle donne. Era lei che curava il circondario, era lei che chiamava Maimone quando la pioggia non cadeva o che domandava alla luna di scendere quando il raccolto era in pericolo, di notte circondata dalle pedras fittas che sorgevano poco distante dalla propria casa”.
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