Dicono che la pagina più complicata da scrivere sia la prima, così come accade che per i romanzi, che il capitolo più complesso sia quello d’inizio. Ho sempre ritenuto che la difficoltà stia nelle pagine che seguono la prima, quando l’entusiasmo scema, e la costanza vacilla. E di costanza io, non ne ho mai avuta troppo. Consumo rapidamente l’entusiasmo dell’esordio e mi trastullo sucessivamente con la delusione che ha fatto seguito alla grande aspettativa. Ho sperato a lungo di poter “vivere solo d’inizi, d’eccitazioni da prima volta.. quando tutto ti stupisce e niente ti appartiene ancora”.[adsenseyu1]
Ma non sarà questo il caso del mio piccolo blog. Creatura fin troppo fragile per essere abbandonata. Idea troppo poco definita perchè mi annoi. E se desiderate che paragoni l’esperimento a qualcosa che voi pure conoscete, dirò che questo spazio sarà simile, a quel cassetto dove si ripongono le cose che ci interessano, ma che in alcuni casi non abbiamo tempo e modo di sviluppare. Un cassetto, una scatola, un armadio pieni di foglietti che stavolta, me ne dispiacio, non potrete sfiorare con i polpastrelli, non potrete annusare ricercando in un profumo un ricordo, ma potreste solo carezzare. Delle volte con la mente, altre volte con il cuore.
Il diario di un libro che nasce, l’agenda di un sogno che cresce. Intorno a questi, sole e luna del mio firmamento, tante piccole stelle. Che illumineranno la vita sarda, nel suo modo di trascorrere oggi, nel modo di trascorrere che è stato di un tempo.
E se l’idea che mi frulla in testa servirà per non Dimenticare, potrò dire che il gioco, ha valso la candela.
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Claudia
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