Chiudo gli occhi.
Busso per sette volte a quel portone e non aspetto risposta, che la risposta sta nel rumore del legno dietro nocche ossute e giovani. Il fuoco me lo lascio alle spalle. L’eccitazione è palese, il profumo di elicriso intenso e pungente.
Segno l’erba solitaria dai fiori bianchi, di latte e luna. Il fiocco è blando e il laccio rosso ondeggia sotto la luce bluastra e fosca. L’acqua è lì, mi attende, mi chiama. “Claudia” dice. “Claudia” mi sussurra e io mi immergo passo dopo passo. Penso che potrebbe essere di mare, ma è dolce e fresca, come questa notte, scura e dai riflessi d’argento, densa e materna. Per tutto un anno mi proteggerà, che oggi l’acqua è magia, la luna incantata e le stelle silenziose tutto consentono.
Fuori i fiori profumano e la brezza si insinua nel sogno. A occhi chiusi dormo, capelli contro il grano e guance che si lasciano strofinare dal cielo di Sardegna.
Leave a Reply