La loro dimora è l’etere, e non abbandonano il mondo dopo il trapasso in un prolungato Purgatorio. In Sardegna il culto dei defunti e la riverenza nei confronti delle anime che esse siano bonas o malas è antico come le pietre e non accenna a voler scomparire. Per loro timore, rispetto, desiderio di contatto e d’incontro in alcuni casi, paura in altri. Un mondo simile eppure capovolto quello nel quale vivono, che delle volte si incontra drammaticamente con il mondo dei vivi. [adsenseyu1]
Fin da epoca nuragica in Sardegna è viva la credenza secondo la quale la morte non consista pienamente nella fine della vita, ma della vita così come la si conosce. La morte non era qualcosa di definitivo e orribile, ma semplicemente un passaggio necessario per accedere a una vita spirituale differente. I defunti si trovano dopo la morte a condurre una vita del tutto similare a quella precedente, ma in una dimensione che si potrebbe definire parallela.
Una continuità della vita anche dopo la morte e la sicurezza che gli stessi, pur vivendo in un mondo altro, abbiano la possibilità in determinati giorni e in particolari ore di interferire ancora sulle sorti di chi è vivo. E’ questa visione del regno dei defunti a giustificare la reverenza che è dovuta alle anime dei trapassati nella tradizione sarda. Lo stesso Calvia ricorda “…che tutti i giorni i morti passeggiano per il paese ed attendono, come quando erano in vita, alle proprie occupazioni. Alcune persone hanno la virtù di vederli..”.
Una delle categorie sociali, che in passato si è trovata più a stretto contatto con il mondo dei defunti e con le sue rappresentazioni più concrete, è stata quella dei pastori . Costretti a trascorrere lunghi periodi distanti da casa e dalle comodità , soggetti a freddo e fame ed estenuanti ore di silenzio, erano vittime predilette d’allucinazioni.
Entravano spesso in contatto con i defunti, che si mostravano loro assumendo forme d’uomini o d’animali, e in altri casi forme demoniache.
In alcuni casi si poteva stringere rapporti con il mondo dei defunti attraverso il sonno. Esisteva inoltre una categoria di specialisti che per doti innate avevano la possibilità di interagire con le anime dei cari estinti.
Nei confronti delle anime dei defunti vigono sentimenti contrastanti. Oltre al sentimento di rispetto di cui abbiamo ora accennato, dovremo riferire di un sentito timore, sentimento che facilmente si associa a tutto ciò che non è completamente conoscibile. Basti pensare che alcuni luoghi in alcune ore specifiche, secondo la tradizione sarda si trovano sotto il dominio incontrastato dei defunti. In quegli stessi luoghi, gli uomini evitano semplicemente di presentarsi, ben sapendo che la loro imprudenza potrebbe essere estremamente pericolosa.
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Altro sentimento diffuso non solo in Sardegna, è il desiderio di rivedere pur per pochi attimi i propri defunti, in quanto il distacco appare sempre profondamente doloroso. Ecco il perché di una serie di figure sociali, che assolvono questi delicati compiti, per la maggiore donne, conoscitrici di segreti, che solo in punto di morte saranno trasferiti ad adepte più giovani.
da Creature Fantastiche in Sardegna.
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Ottobre 21, 2012
come sempre rimango affascinata da queste storie e leggende,che sinceramente a me paiono vere,grazie a voi che scientemente ce le raccontate ,in diverse forme,bellissima GRAZIE