Questo articolo ce lo avevo in testa da qualche mese, ma il fatto che a breve diventerò mamma ha rallentato leggermente le mie energie, o forse le ha semplicemente concentrate verso nuovi lidi. Provaci oggi, provaci domani finalmente riesco a dar vita al pezzo che avevo pensato di scrivere immediatamente dopo la mia visita a S’Ortu Mannu.
Che abbracciare gli alberi facesse bene, all’anima intendo, io lo sospettavo da tempo, poi salta fuori che qualcuno, folle quanto e forse più della sottoscritta condivide il mio pensiero e ha scelto di scriverci un libro. Bello penso io, e penso pure di comprarlo questo libro, che fra folli ci si intende!
Questa sensazione di benessere l’ho provata quando un pomeriggio di fine Febbraio ho convinto un gruppetto d’amici, dopo un abbondante pranzo domenicale, a visitare l’Orto Grande, l’orto degli ulivi secolari.
Ho impiegato più tempo nel convincere i partecipanti alla mini gita, di quanto non ci si impieghi per raggiungere, da Cagliari, Villamassargia. Il paese nemmeno si sfiora, e le indicazioni per l’orto e per l’agriturismo che gli sorge accanto a grande sorpresa non mancano. La strada tutta diritta ci ha fatto prendere troppa velocità e troppa sicurezza, ma dopo una rapida inversione l’Orto ci è apparso in tutto il suo splendore: beato potere del tempo, beato potere del sole.
Per entrare in questo splendido angolo di Sardegna non si paga niente, a patto che si sia disposti a condividere la visita con qualche pecora e una prateria di margherite. Il recinto si supera in fretta, e subito, superstar della location, si intravede Sa Reina, la Regina. E regina lo è davvero, circondata da uno steccato rotondo che l’attornia e la inteca, silenziosa e solenne. Non ho resistito: l’ho dovuta toccare, l’ho dovuta abbracciare, l’ho dovuta accarezzare, ben attenta a non calpestare quelle radici nodose che la fanno creatura saggia, d’altri tempi.
Secondo alcuni si tratta dell’albero d’olivo più grande di tutto il Mediterraneo: è un fatto che il suo tronco abbia un perimetro di 16 metri e che secondo i meglio informati la Regina abbia abbondantemente superato i novecento anni. D’altronde questa grande signora non si vergogna di dire la sua età, e quando le si va a far visita è inevitabile chiedersi quanti siano i volti che abbia visto, e domandarsi quanto piccoli dobbiamo sembrarle, piccoli e magari privi di interesse. Eppure ti sorride, ti abbraccia, ti accoglie nel suo grembo come farebbe una qualsiasi madre con i suoi figli.
Lei mi ha offerto riparo, io l’ho affiancata, sedendole accanto, in un piacevole contatto fra terra, legno e cielo; per tutto il tempo che ho potuto mi sono lasciata inebriare dal profumo di camomilla e mi sono concentrata ad ascoltare senza fretta il flusso della vita che scorre fra le radici nodose e il tronco aggrovigliato: l’ho sentito! Sì, abbracciarla e starle vicino ha fatto bene a me, ha fatto bene a lei, ha fatto bene a mia figlia.
Tutto intorno alla regina si trovano ben 600 ulivi, nessuno grande come lei, ma tutti degni d’essere fotografati, accarezzati, odorati e rispettati, per un totale di 12 ettari di storia. Per conoscerla puoi dare uno sguardo alla pagina ufficiale dell’oliveto che nel 2001 è diventato Parco.
Prossima tappa? A parlar di alberi mi è venuta voglia di visitare quel giovanotto di Luras che pare abbia compiuto 4 mila anni.
Il costo del viaggio è pari a zero, da Cagliari ci si impiega meno di un ora per raggiungere S’Ortu Mannu e una volta dentro il grande recinto che lo contiene ti consiglio di metterti a sedere, in silenzio, e stare ad ascoltare quello che la natura ha da raccontarti: leggende, misteri ed emozioni che scorrono sotto le pietre e sotto la terra sarda.
Aprile 12, 2013
Grazie Claudia per averci portato con Te in questo viaggio. La prossima volta che verremo in Sardegna anche noi andremo ad abbracciare gli ulivi seccolari a ” S’ Ortu Mannu ” . Un “abbraccio” , Enrico.
Aprile 18, 2013
Grazie a te Enrico 🙂 Sa reina ne sarà di certo felice.
Settembre 21, 2013
dico che è un incanto! dopo che ho letto il tuo racconto mi sono detto e ripetuto: quante cose non so della nostra Sardegna! E’ ovvio che conto di andarci quanto prima. approfitto per dirti che nella zona di Tuili, Setzu, Sini, Genuri(paese in cui sono nato, ma risiedo a Sanluri), ci sono centinaia di piante plurisecolari. Attraversando questi luoghi, sembra che le piante ti seguono con lo sguardo e magari vogliono dirti qualche cosa.
Ti ringrazio per avermi fatto conoscere questo posto.
un abbraccio
sardo sono
Novembre 1, 2013
Grazie a te Armando. La Sardegna è un bel regalo tutto da scartare… A presto!
Novembre 14, 2014
Grazie per il tuo racconto, che rende omaggio alla testimone muta di parte della nostra storia. Sotto “Sa Reina” ho vissuto la mia infanzia. Consiglio a tutti di leggere il libro “Da Reina – Un’avventura in Sardegna” di Simone Caltabellota. Casa editrice Ponte alle Grazie.