E’ un personaggio mitico femminile, della tradizione narrativa sarda, che si connette alle più varie argomentazioni. Vero è che la sua presenza la si intuisce radicata, quando si tratta di pietrificazioni punitive. Di lei si parla in tutta la Sardegna, chiamandola con i più svariati nomi; sarà Orgìa o Giorgìa, ma anche Giolizia, Gorgia, Jorgia, Zorza e Luxia, Lughia, Lucia.
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L’etimologia di questo nome è di certo insicura, ma la radice, «org» starebbe ad indicare in realtà un luogo umido, boscoso e comunque fertile e fresco. Potrebbe avvicinarsi alla parola indigena preromana «orgosa» che ad Orgosolo designa un terreno umido ed acquitrinoso. Il nome Giorgìa potrebbe essere riconnesso a «Ghiorghisa». Avrebbe come significato, nel greco bizantino «che feconda», accostato al sardo logudorese «giòsi», «giòrdzi», dal significato di «membro femminile». Vari sono pure gli aggettivi che le si associano. Diremo dunque dei più comuni: Rabbiosa, Raggosa, Raiosa, Radiosa, Larosa, Laiosa.
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Si tratterebbe di una maga o di una gigantessa, infuriatasi e pietrificatasi poi a causa della perdita dei propri figli, che vide uccidere a ragione di un’incauta maledizione. Il mito potrebbe riconnettersi con quello di Niobe..
Tratto da “Creature Fantastiche in Sardegna”
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