E’ una festa, e questo lo sappiamo bene, così come sappiamo che si mangia l’agnello, si prendono le ferie e ci si regala l’uovo di pasqua. E la colomba resta uno dei motivi di maggior scontro… con o senza mandorle?
Ma il perché, o il per come sfugge un po’ a tutti, e quasi tutti hanno dimenticato che la Pasqua è stata altro. Per fortuna non è mai troppo tardi rispolverare un poco la memoria o riscoprire antichi segreti nascosti dall’operare del tempo. Sarà affascinante scoprire che ha un’origine antica come i rituali di rinascita del Dio e della vegetazione, quegli stessi riti che in epoca arcaica erano condivisi da tutto il Mediterraneo e che il suo nome, Pasqua, discende direttamente da Pascha latino, che a sua volta ha origine dall’aramaico Pasha. Con questo termine si indicavano antiche celebrazioni primaverili delle tribù semite. Lentamente la religione ebraica prima, e quella cristiana poi, diedero a questo periodo dell’anno valenze diverse, seppure il significato simbolico sarebbe rimasto invariato, in quanto i riti rimasero a celebrare il passare oltre, il saltare.
“Oltre” la condizione di schiavitù per gli ebrei, che si liberarono dalla schiavitù imposta dall’Egitto, “oltre” lo status di morte per i cristiani che festeggiano la resurrezione di Cristo. In Sardegna la Pasqua, come ogni altra festività , assume caratteri del tutto originali. Già il nome incuriosisce, visto che la Pasqua prende il nome di Pasca manna o Pasca ‘e aprile, andando a contrapporsi alla Paschixedda, il Natale. Si tratta della festività maggiormente sentita a livello locale, e seppure i rituali ancora in uso furono in gran parte importati, è certo che quando questi raggiunsero la bella Sardegna, trovarono un sottosuolo già ricco di antichi costumi atti al festeggiamento di un periodo dell’anno così particolare.
Per leggere la seconda parte: https://www.claudiazedda.it/nenniri-e-allichirongius-de-pasca-lantica-pasqua-sarda/
Claudia Zedda
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