La chiesetta è un vero e proprio gioiellino, realizzata in mattoni rossi, con il campanile a vela e piccoli archetti decorativi sulla parte frontale. Era naturalmente chiusa, ma dalle finestre ho potuto sbirciare la semplicità dell’interno. A circondarla un piccolo boschetto di mandorli: abbiamo fatto uno spuntino con quelle delizie della natura.
Quest’anno di escursioni secondo lo style Kalaris Blog ne farò davvero poche: non ho ancora trovato le scarpe da trekking giuste per la mia piccola Rebecca (per bimbette di un mese pare non ci siano i numeri) per cui c’è da aspettare. Per fortuna ho qualche escursione ancora da raccontare, vecchia di qualche mese. Per me un bel modo per rivivere le belle giornate di scoperta dell’Isola, per te l’occasione di conoscere qualche angolo di Sardegna che forse ancora non hai visto.
Oggi si parte alla volta di Villaputzu e dintorni, in un tour che mescola archeologia, storia, cibo e naturalmente mare!
Io questa escursione l’ho organizzata durante il mese di Agosto (uno dei pochi liberi da lavoro e stress), ma se vuoi vivertela più in relax e senza il caldo bruciante della bella stagione sarda, la primavera è quello che fa per te.
La partenza
La mia casa madre, specie durante la bella stagione, è Castiadas. E visto che Villaputzu non dista poi troppo da Castiadas centro, per raggiungere la prima tappa ci abbiamo messo meno di un ora. E’ stato sufficiente percorrere in direzione di Tertenia la SS 125 (nuova e per un tratto la vecchia) e nel giro di sessanta minuti il cartello che indicava la strada per il pozzo sacro “Is Pirois” è comparso come per incanto. Mi è sembrato strano fosse segnalato, e soprattutto che le indicazioni fossero corrette, ma sai com’è, delle volte ci vuole anche un po’ di fortuna! Dopo il km 88,400 inizia a mettere il piede sul freno: superato il rio San Giorgio infatti ti si para davanti un piccolo cartello marrone: seguilo. La strada è sterrata ma non ti preoccupare, è tutta buona. Superato il letto del fiume trovi un altro cartello (due su due corretti fanno quasi impressione), e dopo circa 300 metri trovi un piccolo piazzale non asfaltato: quello è il parcheggio. Segui il sentiero per 150 metri e raggiungerai il pozzo: una caccia al tesoro che vale la pena di giocare.
Sul sito del Comune di Villaputzu puoi trovare tutte le indicazioni per raggiungere il sito archeologico. Ricorda comunque che per trovare i pozzi sacri sardi devi usare sì le indicazioni, ma anche un pelino di intuito e di testardaggine.
Il Pozzo Sacro Is Pirois
Invidio sempre chi nei propri terreni possiede una meraviglia del passato. Questo pozzo sacro è a pochi passi da un’azienda – abitazione – stabile (non ho ben capito di cosa si tratti), e i proprietari, volendo possono visitare questa chimera del passato durante gli orari più suggestivi. “Arrazza ‘e fortuna[1]” diranno i proprietari, ma lo sai, l’erba del vicino è sempre più verde.
Al pozzo, con tanto di architrave, muri, scalinata e nuraghe monotorre sulla sommità della cupola (una chicca davvero) del quale resta solo il ricordo, è in ottimo stato, ancora oggi alimentato da una sorgente sotterranea di acqua potabile. Mi sono dedicata a scattare qualche foto (peccato per la luce che non era delle migliori!) e poi siamo saltati in macchina. Dopo aver studiato per mesi interi le chiesette romaniche della Sardegna, quella di Quirra non potevo certo perdermela!
Quirra: chiesetta, caverne e castello, mandorle e dintorni
Abbandonato il pozzo sacro che c’è chi giura fosse usato durante i “processi” dell’età del Bronzo per decretare innocenza o colpevolezza dell’imputato con l’immersione nelle sue acque, ci siamo diretti verso la chiesa di San Nicola. La trovi proprio sulla SS 125 ma le indicazioni che pure ci sono, si incontrano all’ultimo momento quindi a pochi chilometri dall’abitato di Villaputzu, tieni il piede sul freno.
La chiesetta è un vero e proprio gioiellino, realizzata in mattoni rossi, con il campanile a vela e piccoli archetti decorativi sulla parte frontale. Era naturalmente chiusa, ma dalle finestre ho potuto sbirciare la semplicità dell’interno. A circondarla un piccolo boschetto di mandorli: abbiamo fatto uno spuntino con quelle delizie della natura.
Sorge proprio ai piedi del monte sul quale fu costruito il castello di Quirra che si può ammirare in lontananza con le misteriose e suggestive caverne sottostanti. No, non sono pazza fino a questo punto: il castello mi sono accontentata di fotografarlo dal basso. Agosto non è il mese giusto per quel genere di sfacchinata che pure è da fare. Non posso certo perdermi l’emozione di risalire a piedi “Sa scala de sa Contissa” della leggenda. D’altronde, se ci è riuscito il conte di Mandas con un cocchio trainato da quattro cavalli bianchi, ce la potrò fare anche io con mia figlia nel Mei Tai!
Immediatamente dopo ci siamo diretti verso Marina di Gairo per un bel pranzo al sacco… ma questa è un’altra storia.
In conclusione: una bella mattinata alla scoperta dell’archeologia e dell’arte medievale sarda con tanto di aperitivo free a base di mandorle che mi è costata giusto il tanto della benzina.
Photo Credit: Claudia Zedda
[1] “Che razza di fortuna”
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