I rimedi erboristici di Julia Carta contro i dolori
Non lo ricordo nemmeno più quando ci siamo conosciute io e Julia.
Sicuramente dopo il 2007, mentre lavoravo alla mia tesi di laurea. La cosa che mi ricordo davvero bene è stato il primo dettaglio che di lei veramente mi aveva colpito.
Era estate e c’era piuttosto caldo. Io leggevo con una lucetta fiocca per non disturbare Maura (eravamo appena rientrate da lavoro), e per non allertare mia mamma che sì, è stata una di quelle che “spegni la luce che leggere di notte ti fa male agli occhi”. Che poi le mamme hanno sempre ragione: io non le davo retta e oggi sono una talpa.
Ok questo era in linea di massima il contesto. Ero stanca dopo una serata di lavoro, leggevo di nascosto, avevo caldo. Poi i miei occhi sono caduti su un dettaglio: Julia Carta faceva scendere la luna. Nuda, a cosce aperte, la notte, faceva scendere la luna. Una tale Angela le chiese, per conoscere quanto desiderava sapere, di far baxar la luna. E lei lo fece.
Caxxo.
Dieci anni più tardi sulla luna ci ho costruito 3 seminari, forse 5 (sì sto lavorando ad altri due). Allora la luna per me era tutto un mistero da svelare. La terra nella quale gli oggetti e i desideri smarriti si radunano. E in fondo le cose non sono cambiate un granché.
Julia ha girato il suo fiore davanti ai miei occhi e io ne sono rimasta stregata. E da allora ho voluto sapere tutto di lei.
I suoi rimedi sono di strega ed erborista. I suoi rimedi sono segreto. Eppure li condivide. Lo fa mossa dalla violenza altrui: dopo lungo tempo di prigionia, si scrive, Julia mostrò una dannata paura d’essere torturata dall’inquisizione e allora disse di sì a tutto. Ma fino ad allora che coraggio ragazze, che capacità di difesa. Che invidiabile interezza. Ma poi, viene detto, Julia ha paura per sé e forse per suo figlio e condivide tutto, alle volte anche quello che non sa e non fa, perché così forse quegli uomini l’avrebbero lasciata andare.
E la lasciarono andare, e poi la ripresero e poi di lei si persero le tracce.
Ma le sue ricette sono rimaste. E questa contro i dolori l’ho voluta riproporre.
Gliela regala una certa Tomayna Sanna, che gliela propose come unguento per sanare i dolori. Lei la provò inizialmente per sé, per curare un fastidioso dolor de costado, e poi la propose, con successo, ai suoi pazienti. Tomayna le insegna anche altro, ma questa è un’altra storia.
Avere in cucina l’odore che Julia 400 anni fa aveva in casa sua mi ha messo i brividi. Ci pensi mai a quale immenso potere abbia la cucina? Di legare, di restituire, di raccontare?
Io ci penso tutte le volte che cucino, e la cucina questa volta mi ha restituito un profumo il profumo delle nostre nonne streghe. Delle mie antenate. Delle tue antenate.
La ricetta
Nel rimedio c’è il vino, c’è lo strutto, c’è la salvia (forse desoleana) c’è la priglosa, probabilmente la parietaria officinalis, c’è il rosmarinus officinalis, c’è l’erba di Santa Maria (in questo caso l’elicriso microphyllum) e ci sono invocazioni che Julia non racconta, ma che si sospettano durante tutta la preparazione.
Se è vero come è vero che le streghe sono donne sagge, che conoscono l’arte della magia (e quindi capiscono il linguaggio di Natura e le sanno rispondere) Julia era una strega di grande conoscenza.
Sapeva ad esempio che fra le attività principali della salvia desoleana ci sta quella antinfiammatoria e antisettica. Conosceva le proprietà antalgiche della parietaria officinalis, non le sfuggiva che il rosmarinus officinalis era utilizzabile contro le affezioni reumatiche e sapeva che l’elicriso microphyllum era il top contro le dermatiti. Il risultato? Un unguento a base di strutto che ti consiglio di provare, anche solo per mutarti, una sera d’inverno, in strega.
Piuttosto sai cosa significa far girare un fiore davanti agli occhi di una persona?
Luglio 8, 2023
Cara Claudia, questo post è davvero magico e intrigante… Ho sempre pensato che le vere alchimiste fossero streghe e che le vere streghe “moderne” siano anche cuoche ^_^ Detto questo, hai lasciato in sospeso una domanda: Cosa vuol dire far girare il fiore verso gli occhi di una persona? Sono davvero curiosa…
Grazie e buone cose
Silvia F.
Agosto 28, 2023
Ciao Silvia,
lo credo anche io e tutte le volte che cucino mi sento più strega del solito. Per altro l’arte del cucinare apre le porte verso moltissimi altri orizzonti. Le nostre streghe, le cogas devono il proprio nome proprio a questo, alla loro capacità di “cuocere”.
Girare il fiore davanti ad un’altra persona, si riteneva comunemente, avesse il potere di incantare la persona. Una donna poteva far innamorare un uomo in questa maniera ad esempio. Mentre era altamente sconsigliato far girare un fiore davanti al volto di un neonato. Girare è come tessere e le streghe, come le janas sono grandi tessitrici. Ovviamente non intrecciano solo filati, ma soprattutto vita.
Ti abbraccio.