Il racconto della stria
La leggenda racconta di una donna seduta accanto al camino, che cuciva e con un piede moveva la culla dove il suo bambino stava dormendo. Tutto a un tratto, il bambino si svegliò e si mise a piangere e, anche se la mamma aveva fatto di tutto per rasserenarlo, questo continuava a piangere. Ad un tratto smise e si riaddormentò. La mamma riprese a cucire ma casualmente notò uscire dal camino un filo e visto che aveva le forbici in mano, lo tagliò.
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D’improvviso nella cenere cadde una mano umana. Questa era la mano della stria che stava fuggendo, dopo aver martirizzato il bambino.
La Sùrbile imprigionata
Una mamma aveva appena terminato di addormentare il suo bimbo quando, deponendolo nel brozzolu sentì uno strano sibilo. Capì subito che la sùrbile stava arrivando e con terrore guardò il buco della serratura nel quale si era scordata di mettere la cera vergine. Prontamente guardò intorno a sé cercando qualche oggetto per poter tappare il foro; vide un cornetto appoggiato su una cassapanca, lo afferrò e lo accostò alla serratura e subito lo tappò, imprigionando in tal modo la sùrbile. L’indomani si sparse la voce che una donna del vicinato, che molte persone consideravano malvagia, era morta durante la notte. Nessuno conosceva la causa del decesso né sapeva a che attribuire quella morte improvvisa. Quella madre, credendo il bimbo oramai al sicuro, tolse il tappo dal cornetto. Poco dopo si seppe che la donna morta era tornata in vita ed aveva esclamato: “Ah!! Quanto è stato lungo questo sonno!”
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