Claudia Zedda su l’Unione Sarda
Oggi è stata una bella giornata. Di prima mattina un’amica mi ha inviato un messaggio che mi ha subito rallegrata: lunedì, è pur sempre lunedì e la giornata quasi mai si presta al buon umore. Sull’Unione Sarda c’era un pezzo, una intera pagina dedicata a me e al mio libro.
Ci sono alcune piccole soddisfazioni che fanno bene al cuore. Questa è una di quelle. Le parole, quelle dell’articolo intendo, sono tanti piccoli specchi. Restituiscono, dopo un’attenta lettura, un’immagine fedele di me come donna, come autrice, come sarda.
La collaborazione fra il sardo e l’italiano è preziosa; la nostra lingua madre regala al racconto un ritmo fresco, sonoro, di musica che puoi pure non capire, ma ne vorresti ancora.
Ringrazio Paolo Pillonca che dopo aver letto il mio libro ha creduto in me. “Il tuo libro” mi ha detto “è come una giornata di primavera dopo un lungo inverno”. E io ho sorriso senza avere fra le labbra parole buone da tirar fuori, che non sono mai stata brava a ricevere complimenti. Ma la gratitudine era nei miei occhi, e sono certa, in alcune circostanze esprimono i miei sentimenti meglio di come farebbero mille parole.
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